Rievocando Alara #1 – La Guerra dei Frammenti raccontata attraverso le carte. Parte 1: Bant

“La Convergenza ha riunificato cinque mondi in uno solo, in maniera tutt’altro che semplice e tranquilla. Non ci sono state pacche sulle spalle e abbracci tra vecchi amici che non si vedevano da tempo; invece, ogni frammento ha reagito violentemente a quella che per molti[1] è stata una propria invasione aliena, un incontro ravvicinato con creature delle quali nel migliore dei casi avevano sentito parlare nelle leggende.” — Lyak, Tesissapere di Vithia

Fronti e frontiere di Bant

Durante la Convergenza e la successiva guerra, i confini tra i frammenti, si tramutarono rapidamente nei fronti più caldi della guerra, i luoghi dei primi contatti tra civiltà diverse e le zone maggiormente colpite dal cambiamento. Alla frontiera con Esper, le serene spiagge di Jhess furono invase da torri d’eterium sbucate dal nulla e sommerse da nuove maree del tutto sconosciute; alla frontiera con Naya, invece, le ampie pianure di Eos si trovarono chiuse da alte montagne costellate di foreste lussureggianti dominate da gigantesche bestie.


I cavalieri di Bant compresero presto che le loro tradizioni di combattimento per singolar tenzone erano ormai divenute obsolete, quasi naïve di fronte alle minacce degli altri frammenti. Per far fronte a questa situazione, quindi, nel corso della guerra si rincorsero diversi cambiamenti nella rigida struttura militare bantiana.

La riforma dell’esercito bantiano

Ispirati dal fallito tentativo del loro generale Rafiq di restituire la mobilità al suo amico Mubin, alcuni soldati dell’esercito bantiano decisero di innestare nei propri corpi il metallo magico di Esper. Non sappiamo quanti esperimenti ci siano voluti prima che Bant sviluppasse la propria tecnica di innesto d’eterium e anzi, è possibile che tale conoscenza non sia mai stata condivisa dalla maggior parte degli eterici. Alcuni di questi, tuttavia, potrebbero aver offerto i propri servigi agli eserciti stranieri, magari nella speranza di utilizzarli come cavie nel contesto di qualche esperimento.


Trovandosi poi a far fronte a nemici mai visti prima, con tattiche militari aliene e selvagge, i generali
bantiani (tra i quali ricordiamo Derevi, Stratega Empirea) seguirono ancora una volta l’esempio dei loro più abili campioni Rafiq ed Elspeth[2], accogliendo nuovi soldati all’interno dei loro eserciti. Trovando una certa affinità con i Nacatl delle Nubi che vivevano nella città di Qasal, i bantiani li arruolarono tra le loro fila, offrendo loro la possibilità di vivere in una comunità caratterizzata da leggi ferree, tradizioni onorevoli e dedicante maggiore attenzione al gruppo anziché al singolo individuo. Persone come Nazahn, trovarono quindi nuovi modi di mettere la propria arte al servizio di Bant, rinunciando persino al proprio nome per definirsi in un nuovo modo: non più nacatl, ma leonid. Oltre ai nacatl, Naya aveva da offrire anche i coraggiosi guerrieri umani, lottatori instancabili ben felici di poter combattere per difendere una terra soleggiata e prospera da poter coltivare in tempo di pace.


Più complesso è decretare quale sia stato il ruolo degli elfi all’interno dell’esercito bantiano. Se è vero che l’esercito di Bant non annoverò mai tra i suoi combattenti nessun elfo durante la Guerra[3], non possiamo ignorare la presenza di behemoth nayani usati come cavalcature o macchine d’assedio adornati da un nuovo tipo di sigilli. Plausibilmente, alcuni elfi insegnarono ai bantiani come richiamare quelle che per loro erano divinità, magari negli stessi momenti in cui i sacerdoti della Casta dei Veggenti condussero gli eredi di Cylia verso il culto degli angeli, insegnando loro quegli inni sacri da usare contro i loro nemici comuni. Tra elfi e bantiani vigeva probabilmente un patto di non belligeranza, caratterizzato da quello che potremmo considerare uno scambio culturale tra sacerdoti di entrambe le regioni.


Infine, occorre citare anche i viashino. Fu Lisha dell’Azzurro ad avere per prima l’idea di indirizzare la ferocia e il selvaggio stile di combattimento dei viashino jundiani verso una direzione precisa. Nello stesso momento in cui gli uomini-lucertola di Jund imparavano a colpire con maggiore precisione i loro bersagli, i soldati bantiani[4] imitavano i movimenti rapidi, violenti ed improvvisi dei viashino, adattando il proprio stile di combattimento per poter sorprendere gli esperiti o affrontare un guerriero jundiano sapendo cosa aspettarsi.

Disertori ed eretici

Mentre l’esercito si evolveva cercando al tempo stesso di mantenere intatte le antiche tradizioni bantiane e i maghi più fantasiosi iniziavano a sperimentare nuove combinazioni di mana, molti abitanti del frammento WUG presero le distanze da quella che un tempo era stata la loro patria.
I membri dell’Ordine di Nuova Alara, per esempio, fondato da cavalieri bantiani ma composto da persone provenienti da tutti e cinque i frammenti, rinnegarono l’appartenenza ad uno qualsiasi dei popoli di Alara, preferendo identificarsi come cittadini di quel mondo che era rinato dopo la Convergenza.


L’Ordine costituì però solamente una parte di quella che di fatto fu una diserzione di massa. Molti rhox e persino degli angeli rinunciarono al proprio ruolo e alla propria posizione nella società bantiana per abbracciare le culture di altri popoli, specialmente quelli di Jund ed Esper. Tra questi, il più noto è senza dubbio Dollun lo Spezzaschiene, un ex capitano rhox di Bant impazzito dopo una disastrosa campagna militare condotta in Naya. Dollun non sembrava aver abbandonato del tutto la sua sanità mentale né la sua fedeltà a Jhess; dopotutto, l’ultima volta che è stato visto si stava scagliando contro gli eserciti nayani e jundiani che stavano attaccando il suo accampamento gridando una preghiera ad Asha. Il suo comportamento feroce e sanguinario era tuttavia decisamente fuori luogo per un leader militare del suo calibro e colse di sorpresa i suoi stessi uomini, i quali vennero obbligati ad intraprendere missioni ricche di spargimenti di sangue perlopiù di behemoth.


Possibilmente diversi abitanti di Bant si unirono anche agli eserciti di Naya e Grixis sia come servitori coscienti che come fanteria rianimata, ma non abbiamo notizie certe sul destino di questi ultimi. Un caso molto particolare è rappresentato dall’angelo Sarrasa degli Amesha, protettrice di Guglia Dorata scomparsa proprio nei giorni antecedenti l’arrivo di Gwafa Hazid al castello. Si dice che Sarrasa abbia disertato dopo aver ucciso un sacerdote che aveva tentato di fermarla, ma la vicenda risulta poco chiara e molto fumosa. C’è chi pensa addirittura che possa essere stata coinvolta (volontariamente o suo malgrado) nelle macchinazioni di Nicol Bolas e delle sue pedine dell’Ordine dell’Occhio al Cielo.


La prossima settimana continueremo la nostra avventura analizzando la guerra su Esper!

Note

[1] Praticamente per chiunque tranne che per gli abitanti di Grixis. Per loro (quelli in grado di parlare, almeno) Grixis non è stato invaso, ma salvato da sé stesso grazie al sacrificio di tante persone che hanno donato (non sempre spontaneamente) il loro Vis.
[2] Il primo si è fatto amico i coniugi Levac e Salay di Grixis, la seconda ha aiutato e guarito Ajani nei giorni precedenti alla Congiunzione
[3] Tra le carte di Rinascita di Alara non si vedono elfi in armatura, né sono citati da nessuna parte dei guerrieri cylian che combattono assieme ai soldati di Eos o Valeron, né tanto meno contro di loro.
[4] Probabilmente persone reclutate dalle fila di quelli che un tempo erano considerati fuorilegge, esattamente come Lisha.

Fonti

Choices in the New Alara (ENG), link non disponibile
The first Days of the Conflux (ENG), link non disponibile
Gold Records (ENG)
Alara Unbroken, di Doug Beyer (ENG)
A Planeswalker Guide to Alara, di Doug Beyer e Jenna Helland (ENG)
Le carte delle espansioni Conflux e Rinascita di Alara (ITA)

La storia continua

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La Saga Phyrexiana su Clepshydra: Phyrexia: storia di un incubo meccanico. Latulla contro Jamuraa

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